Il Bosco della Sgobitta

Nel territorio attraversato dalla Corgnolizza si è mantenuto intatto il bosco della Sgobitta, uno degli ultimi residui (il più esteso è costituito dai boschi di Muzzana del Turgnano) degli antichi boschi che si erano sviluppati nella bassa pianura friulana a partire dal Medioevo.

Il nome
Si tratta di un toponimo rarissimo se non di un "hapax", cioè un vocabolo che si trova una sola volta in contesti analoghi. Popolarmente conosciuto come Sgubìte, è documentato, nella forma indicata di Sgobita, nel Sommarione del Catasto napoleonico (Archivio di Stato di Venezia, Catasto Napoleonico), alla parcella n.1366. Ivi compare anche Saccone della Sgobita (Sacon de Sgubite), ovviamente legato al precedente. Accanto al bosco della Sgobita esiste poi un terreno denominato Sgobis, dal quale il citato Sgobita parrebbe derivato. L'interpretazione del nome in ogni caso è alquanto incerta.

Il territorio
Il bosco planiziale della bassa pianura friulana era costituito prevalentemente dalla farnia (Quercus pedunculata; rôl), che fino alla fine del secolo scorso doveva prevalere su tutte le altre piante. In seguito all'intervento dell'uomo si è passati dalla primitiva fustaia all'attuale ceduo, che non presenta più come pianta dominante la farnia, ma comprende anche il carpino bianco (Carpinus betulus; ciàrpint/çàmar), ed una modesta partecipazione di olmo campestre (Ulmus campestris; ol), frassino ossifillo (Fraxinus angustifolia; frassin), sanguinella (Cornus sanguinea; sànzit) e acero (Acer campestre; áiar/ôl).

Lungo la roggia vegetano formazioni irregolari e talora discontinue e aperte, con prevalenza di ontano nero (Alnus glutinosa; âl/olnâr neri) e pioppi (Populus; pôl), unitamente a un sottobosco di salici (Salix; salgâr/vencjâr), cornioli (Cornus mas; cuargnolâr/cuargnâl), noccioli (Corylus avellana; noglâr), rovi (Rubus; baraç), e altre specie caratterizzanti le formazioni riparie. Questa vegetazione rappresenta un notevole arricchimento per l'ambiente, non solo come elemento costitutivo del paesaggio, ma anche, e soprattutto, come habitat per numerosi cicli ecologici. La sua esistenza dipende dall'eccezionale affioramento della falda acquifera; infatti le piogge locali non sono sufficienti per permettere una diffusione così ampia della farnia.

Di estremo interesse scientifico sono, inoltre, alcune specie vegetali definite "sopravvivenze glaciali", come l'elleboro (Helleborus), il giglio martagone (Lilium martago), la dafne (Daphne) e il veratro (Veratrum album).

Interventi per la valorizzazione del sito
La gestione della Sgobitta, nell'ambito del piano di tutela ambientale, mira in primo luogo a salvaguardare e valorizzare l'aspetto ecologico-naturalistico, affiancandolo a quello didattico-ricreativo. Con questi intenti il bosco è stato completamente recintato da una staccionata, le piste a fondo naturale preesistenti, che presentavano depressioni e buche, sono state inghiaiate e sono stati realizzati sentieri per l'accesso pedonale, che si incrociano al centro del bosco, ove sono presenti panchine. Limitrofa al bosco è stata allestita un'area destinata a parcheggio ed è stato realizzato un arboreto.