Il Parco Intercomunale del fiume Corno.
Il fiume Corno è originato da fenomeni di risorgiva nei pressi di Gonars e scorre verso sud, attraversando gli abitati di Castello, Porpetto e San Giorgio di Nogaro prima di confluire nel fiume Ausa e sfociare nella laguna di Marano. Il suo percorso si snoda tortuoso e per lunghi tratti si presenta inalterato, conservando caratteristiche di paesaggio e di naturalità elevate. L'ambito del fiume Corno conferisce una significativa impronta al territorio, differenziandosi dalla pianura circostante. Il livello di naturalità decresce con lo scorrere del fiume verso sud: è elevato nel primo tratto, decresce progressivamente fino a scomparire nei pressi di Porto Nogaro, ove il fiume Corno diventa canale artificiale rettificato, irrigidito dalle arginature delle sponde e periodicamente dragato per consentire il passaggio delle imbarcazioni.
Lo sviluppo del fiume può essere diviso in tre tratti dalle caratteristiche specifiche:
Parte superiore.
È la parte del fiume che presenta le maggiori qualità di naturalità e di paesaggio, comprendendo nel suo percorso l'area paludosa facente parte del biotipo "Paludi del Corno" e numerose aree boscate. Comprende il tratto che va dalle sorgenti alla autostrada A4, nel territorio del comune di Gonars e della parte superiore del territorio comunale di Porpetto. L'aspetto urbano è limitatissimo, rappresentato da rari insediamenti sparsi dalle caratteristiche di "antico borgo rurale" quali il Mulino di sopra, il Mulino di mezzo e il Mulino di sotto. Nella parte finale di questo tratto, il Corno attraversa l'abitato di Castello. Gli insediamenti produttivi sono rappresentati da allevamenti intensivi di trote che attingono le acque dal fiume. L'ambito rurale circostante si presenta distanziato dal corso d'acqua e è costituito da seminativi e pioppeti.
Parte intermedia.
Si snoda fra l'autostrada A4 e la Strada Statale 14. Nel tratto iniziale il fiume Corno scorre in prossimità del biotipo Palude Fraghis. Dopo l'attraversamento dell'abitato di Porpetto, ove il grado naturalità decresce per lasciar posto a giardini e verde urbano organizzato, il fiume riprende a scorrere verso sud con andamento tortuoso fra spesse cortine arborate che lo separano dall'ambito agricolo circostante. Scorre ad est dell'abitato di Villalta e entra nel territorio comunale di San Giorgio di Nogaro in prossimità degli allevamenti ittici. Prosegue quindi con analoghe caratteristiche il suo corso fino all'abitato di San Giorgio di Nogaro ove perde la sua caratteristica di ambito naturale ed assume quella di ambito urbano. Questo secondo tratto, seppure con gli attraversamenti dei centri urbani, mantiene elevato il valore sia biologico che naturalistico delle sponde. Rispetto al primo tratto perde valore ambientale globale in quanto la vegetazione ripariale, seppure fitta e rigogliosa, rimane a contatto diretto con l'ambito agricolo circostante, caratterizzato da seminativi e campi aperti.
Parte inferiore.
Comprende il tratto di fiume che si snoda fra la Strada Statale 14 e la località di Porto Nogaro, dove il fiume confluisce nel fiume Ausa e diviene porto-canale. Perde la sua componente naturale ed attraversa un ambiente prevalentemente antropizzato ove il verde delle sponde è a contatto con aree di verde pubblico o privato. La presenza agricola è limitatissima.
Dalla relazione tecnica di Davide Bonetto.