biotopo Paludi del Corno ha una estensione è di circa 87 ha, si trova nella porzione superiore della fascia delle risorgive ed è attraversato dal tratto iniziale del fiume Corno. L'acqua di falda affiora in più punti, dando origine ad un ricco reticolo idrografico superficiale e ad un mosaico di ambienti composto da torbiere, prati umidi, boscaglie igrofile e habitat acquatici dalla straordinaria diversità di specie animali e vegetali. Sono presenti i principali habitat di questo sistema ambientale che si distribuiscono su un gradiente di disponibilità dell'acqua e dipendono da una bassa presenza di nutrienti.
La parte più settentrionale del biotopo è caratterizzata da una falda quasi sempre sotterranea mentre in quella più meridionale vi sono torbiere sempre intrise di acqua. La vegetazione è caratterizzata da cladieti, torbiere basse alcaline dominate da Schoenus nigricans, molinieti un tempo sfalciati regolarmente ed alcuni lembi di prati più asciutti su dossi naturali o artificiali.
Non mancano i boschi igrofili ricchi di ontano nero, spesso formatisi solo negli ultimi decenni. Nel biotopo sono incluse anche alcune aree coltivate.
La flora è molto ricca e caratterizzata da specie endemiche, da relitti glaciali e da rarità floristiche. In questo biotopo è oggi presente la più grande popolazione nota della specie Erucastrum palustre (più di 1000 individui), inclusa nell'allegato II della Direttiva Habitat, come pure Euphrasia marchesettii, ad esse si accompagnano le rare Sesleria uliginosa, Senecio fontanicola, Centaurea forojulensis e alcune orchidee. Nei lembi degli ormai rari prati torbosi a molinia vivono invece Allium suaveolens, Gentiana pneumonanthe e Serratula tinctoria.
I prati asciutti invece sono ricchi di graminacee e di specie tipiche dei magredi friulani. Nelle zone di transizione vive anche il rarissimo Dianthus superbus, simbolo di questo biotopo.
L'importanza dell'acqua e degli ambienti umidi compresi nel biotopo è notevole anche per la fauna.
Tra i numerosi insetti presenti si può ricordare la farfalla notturna Euplagia quadripunctaria, una specie di interesse comunitario prioritario. Nella torbiera inferiore è presente il gambero di acqua dolce e sono piuttosto ricche le popolazioni di anfibi. Tra essi vi sono il tritone crestato, l'ululone dal ventre giallo e varie specie di rane tra cui la rana di Lataste, endemica della pianura padano-veneta. Fra i rettili spicca la presenza della lucertola vivipara, specie legata ad ambienti freschi montani fino ad oltre 2.200 metri e che in pianura può essere considerata un autentico relitto glaciale. Tra i serpenti sono presenti la natrice tassellata e la biscia d'acqua, due bisce del tutto innocue e timorose dell'uomo, ottime nuotatrici e legate agli ambienti umidi per motivi nutrizionali e riproduttivi. E’ possibile incontrare, anche se sempre più raramente, la testuggine d'acqua.
Per quanto riguarda l'avifauna, l'area è un importante sito di rifugio e riproduzione per i rapaci. In particolare è segnalata la nidificazione dell'albanella minore, rapace diurno in pericolo di estinzione, lo sparviere, il gheppio e la poiana. Tra i rapaci notturni, frequentano l'area il gufo comune, l'allocco e la civetta. Altre specie importanti sono il tarabusino, il tarabuso, il falco di palude e il martin pescatore.
Tra i mammiferi va segnalata la presenza del capriolo, della lepre e della puzzola. Quest'ultima è particolarmente legata agli ambienti umidi e pertanto la riduzione di questi habitat è un fattore che mette a rischio la sua sopravvivenza.
Nel biotopo sono stati già avviati dei ripristini in ex coltivi che verranno proseguiti ed allargati negli anni.
Lungo la via dei Mulini sono ancora presenti le strutture che sfruttavano l'energia idrodinamica del fiume Corno. Il Biotopo è incluso nel Parco intercomunale del Fiume Corno e sono presenti numerosi pannelli esplicativi.